DAD e DDI: un esperimento riuscito male?
Parlare ancora di didattica, di apprendimento, di educazione, di digitale sulla rete? In mezzo al più grande tsunami informativo della storia dell’umanità? Può avere senso?
Forse no…
O forse, invece, in un momento di grande confusione e di difficoltà per tutto quello che riguarda l’ambito dell’istruzione e dell’apprendimento (ma non solo, evidentemente), esimersi dal provare a dare un apporto, sì, insomma, a fare la propria parte, costituirebbe una vera e propria fuga.
Così eccoci qui a provare.
Vorremmo, però, essere pragmatici, funzionali, concreti… tanto nelle riflessioni quanto nelle proposte che pensiamo di suggerire: perché i bambini, i ragazzi e gli adolescenti del terzo millennio, prima ancora dei loro insegnanti e dei loro educatori, hanno bisogno di tutto l’aiuto possibile ora, subito. Il nostro, intendiamoci bene, non sarà che un piccolo contributo; ma chiunque viva a contatto con i più giovani sa che sono le singole gocce a formare il mare…
Nello specifico intendiamo trattare soprattutto il rapporto tra studenti, scuola, multimedia e rete. Il recente periodo pandemico (non ancora terminato) ci restituisce a tal proposito una situazione sfibrata e disillusa in cui la DAD e la DDI appaiono come un esperimento riuscito male, un qualcosa da scrollarsi di dosso il più velocemente possibile.
Noi crediamo invece che la multimedialità e la rete, entrati per molti d’improvviso nell’esperienza scolastica, non abbiano avuto il tempo di essere compresi, digeriti e resi parte integrante della didattica. E, aldilà delle opinioni personali, non si può fare a meno di notare che, al di fuori degli edifici scolastici, tutti i nati dal 1995 in poi vivono una vita fatta abbondantemente anche di social network e relazioni digitali: chiudere gli occhi di fronte a tutto ciò costituisce un atteggiamento colpevole.
Tratteremo di tutto questo a partire dalle competenze e dalle esperienze maturate dalla nostra equipe che spaziano dal settore dell’infanzia a quello dell’adolescenza.
In particolare, relativamente alla fascia d’età tra i cinque e i sei anni, ci rifaremo all’esperienza di “Lalla e Pa tra lettere e numeri” nonché ad altre precedenti pubblicazioni a cui abbiamo collaborato: ci sembra infatti che le riflessioni e le proposte operative elaborate in proposito possano essere attualmente molto valide.
Il presupposto di partenza, infatti, era quello di adoperare i linguaggi multimediali integrandoli nei percorsi di apprendimento dei bambini in prossimità dell’ingresso nella scuola primaria e affiancandoli a proposte che coinvolgessero linguaggi, metodologie e tecniche più classiche.